martedì 6 gennaio 2015

Cristina Fabris e il nuovo fumetto erotico

C'è la mano di una donna dietro alcuni dei fumetti erotici più apprezzati del panorama contemporaneo. Una disegnatrice dal mood provocatorio ma molto raffinato. Le sue storie raccontano le sfaccettature dell'eros femminile, con tocchi di romanticismo e ironia, il suo stile richiama celebri esponenti del genere. Ciò che conquista è quel personalissimo tratto, sempre elegante e voluttuoso anche quando espresso in rappresentazioni molto audaci. Una fra tutte? Fetish, il suo albo manifesto, pubblicato in Francia e negli Stati Uniti e ora ristampato in Italia


Un tratto che riconduce alla mente la matita morbida e sensuale di Milo Manara. Dettagli stilistici che riecheggiano la sofisticata mano di Guido Crepax. Una creatività "liquida", voluttuosamente ed elegantemente femminile, che caratterizza il suo personalissimo tocco. Nata a Roma nel 1971, per metà friulana e per metà avellinese, Cristina Fabris è attualmente una delle più apprezzate rappresentanti del fumetto erotico italiano. Anche quando a tinte molto hard, i suoi disegni riescono sempre a mantenere quel velo di equilibrata e intrigante raffinatezza che li rende piccanti al punto giusto senza correre il rischio di scadere nella volgarità o nella pornografia tout court. Si spinge infatti al top dell'estetica e del sesso Cristina Fabris, scatenando la fantasia sul fogli. Ma la sua è sempre una provocazione compiuta con stile. I suoi lavori raccontano storie fetish, sadomaso, omosex, portando in primo piano le sfaccettature dell'eros femminile, con tocchi di romanticismo e ironia.

Tra i molteplici titoli citiamo Le ricette immorali, Chiudi gli occhi, the erotic art book, ma soprattutto Fetish, il suo albo manifesto, uscito sia negli Stati Uniti che in Francia, e adesso ripubblicato in Italia da B&M Edizioni in una special edition che include una stampa su cartoncino con illustrazione inedita dell'autrice, disegnata espressamente per Eroticart Collection.
«Abbiamo voluto ristamparlo perché molti lettori non trovavano più la prima edizione del 2005», spiega. «La genesi del fumetto è lunga e per molti tratti divertente: seduta ai tavoli di un bar sotto l'ex redazione, con Dario Morgante (alias Luciana del Re) a fare, dire, disfare, rimontare… Conservo ancora alcuni fogli di sceneggiatura dove ci capiamo solo noi!».
 

Del resto, quella del fumetto erotico è un'arte che in Italia può vantare autori di fama internazionale e che si è spesso mossa in tandem con la più celebre letteratura di genere. Basti citare, a tal riguardo, la trasposizione a fumetto di Crepax di Justine o le disavventure della virtù, uno dei romanzi più scandalosi del Marchese de Sade, così come le rielaborazioni grafiche del  fumettista milanese di Histoire d'OVenere in pelliccia ed Emmanuelle.
Proprio Crepax è, infatti, il primissimo autore a cui Cristina Fabris si è ispirata agli inizi della sua storia professionale, sebbene non sia stata la sua unica fonte.
«Ho iniziato le mie letture adulte con lui, poi ho apprezzato e amato la linea morbida e la sensualità delle donne di Manara, mi sono concentrata sulla carnalità di Serpieri e sull'eleganza formale della linea chiara di Rotundo (uno dei miei professori della Scuola Romana del Fumetto) e poi anche su Magnus, Baldazzini, Frollo, Liberatore, Eric Stanton, Varenne, Pichard. Più in generale, mi piacciono molto i disegnatori che rappresentano quella che io chiamo "la poesia in forma liquida" (la china, intendo). Mi riferisco a Nicola Mari, Bonazzi, Corrado Roi, alla bravura disarmante di Carlo Ambrosini, agli acquerelli di Gipi, Moebius, Guido Buzzelli, Jeff Smith, i fratelli Hernandez e molti altri».

Ma lo stile di Cristina non è frutto di un'ispirazione dettata soltanto da autori di fumetto. «Tra le mie prime letture ci sono stati Il diavolo in corpo di Raymond Radiguet, L'amante di Lady Chatterley di David Herbert Lawrence, Lolita di Vladimir Nabokov, mentre il primo film scottante è stato Ultimo tango a Parigi. Sul fronte artistico, invece, mi piacciono molto il periodo Liberty, l'Art Decò, Ertè, Mucha, Rops. Credo che un po' tutta l'arte a partire dal Masaccio in poi mi abbia dato qualcosa».
Ci riconduce quindi ai suoi esordi, nel '98, all'insegna dell'autoproduzione.
«Come autrice di fanzine ho partecipato a tutte le fiere più importanti: Lucca Comics, Expocartoon, Romics, Torino Comics, Napoli Comics. Mi scrivevo le storie, le disegnavo, le fotocopiavo, le spillavo e le vendevo colorando a mano ogni singola copertina! Di volta in volta prendevo sempre più fiducia nel mio lavoro, finché nel 2002 mi sono presentata alla Coniglio Editore. E con loro ho iniziato a pubblicare da professionista».

Affermarsi come disegnatrice in un mondo tipicamente maschile, in realtà, non è stato semplice. «Da sempre il campo dell'eros è associato a fumettisti maschi», sottolinea. Eppure le donne hanno un atout nel trattare l'argomento eros… «Abbiamo un punto di vista differente, un coinvolgimento prima di testa poi di pancia. Odori, colori, sfumature di voce che non sempre l'altro sesso riesce a cogliere.  Anche se magari poi ci riveliamo più "audaci" degli uomini!».

Per i fumettisti funziona come per gli scrittori: personaggi e storie traggono spunto dalla quotidianità e dalla personale creatività. «In genere raccolgo stimoli dalla vita di tutti i giorni, dai racconti che mi fanno le amiche, da film e dai libri letti. Ma soprattutto dalle fantasie che ho in testa», rivela Fabris.
 

Il risultato si traduce in disegni molto sensuali, raffinati, eleganti. Dove l'aspetto estetico e la cura dei dettagli sono elementi imprescindibili. «Pensa se in una storia di bongage o BDSM non mi prendessi cura dei particolari! Chi legge sa determinate cose e se non sono convincente a partire dai dettagli e dall'aspetto estetico non è convincente il fumetto».

Ma com'è l'attuale panorama italiano del fumetto erotico? «Certamente è cambiato il mezzo di fruizione (tablet, ipad, kindle, iphone), per cui a partire dagli editori per poi arrivare a noi disegnatori,  è cambiato il modo di porre il lavoro. Resta ancora un genere di nicchia, che comprende però anche un discreto pubblico femminile, altrimenti non si spiegherebbe il successo di 50 sfumature di grigio, sebbene si tratti di un libro e non di un fumetto. Credo, tuttavia, che per le donne sia un po' più difficile ammettere di possedere fumetti di Serpieri o Crepax. Cito loro perché a mio avviso sono autori forti, dove non c'è soltanto erotismo ma anche molto sesso».

Di certo, il fumetto erotico rappresenta un genere di lettura speciale, con una marcia in più: l'immediatezza dell'immagine. «L'aspetto più difficile di questo lavoro è quello di riuscire a creare una storia credibile, partendo da una sceneggiatura. È facile pensare infatti che il sesso basti di per sé a raccontare, ma non è così: l'obiettivo dei fumettisti è sforzarsi di capire il gusto del lettore. E la vera sfida è riuscire a coinvolgerlo».

Qualcosa che Cristina Fabris, del resto, attraverso i suoi lavori ha più volte dimostrato di saper fare.


(Pubblicato su Glamour.it, 2014. Photo courtesy of Cristina Fabris)