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giovedì 17 marzo 2016

Quando la dominatrice è come una terapia

Gli uomini le confidano desideri proibiti e fantasie disattese dalle compagne. E lei bacchetta tutte quelle donne che non accettano i gusti un po’ particolari dei loro partner. A tu per tu con Red Lily. Che rivela: “Un'icona storica della dominazione da cui prendere esempio? La regina Cleopatra”


Red Lily sarà da ZouZou a Roma il 23 marzo
Prendere il controllo, dettare le regole, decidere cosa fare e come farlo. E ancora: assumersi la responsabilità di dirigere il gioco, esplorarne i lati estremi. Ma a una sola condizione: che vi sia totale coscienza da parte di chi “cede il potere” di ciò che sta avvenendo. In un rapporto di scambio limpido e con limiti ben precisi, dettati sempre da chi decide di sottomettersi. «È questa la sottile differenza tra gioco e abuso», precisa Red Lily, 34 anni, dominatrice da quando ne aveva 26 e oggi fra le più quotate performer della scena BDSM italiana.
Un nickname ispirato a un fiore di origine australiana - lo stesso del sacro loto della tradizione buddista - che evoca concentrazione, pragmaticità, capacità di vivere il presente restando con i piedi per terra. Un fiore “psichico” che stimola il coinvolgimento spirituale e riequilibra piano materiale e piano ascetico.
Perché è proprio questo che, durante un’esperienza di BDSM, l’essere dominati può aiutare a compiere: un bilanciamento emotivo, una valorizzazione del senso della misura, un recupero dell’equilibrio mente-corpo partendo proprio dal suo opposto: le sensazioni estreme sulla pelle. E nelle emozioni.

Di pratiche come il bondage, lo spanking, i giochi di ruolo e il feticismo Red Lily parlerà mercoledì 23 Marzo in una serata dedicata all’erotismo estremo nella boutique romana ZouZou. L’appuntamento Fifty Shades But Grey, al quale interverrà anche un’esperta sessuologa, avrà proprio l’intento di sdoganare i falsi miti, i tabù e la cattiva informazione. A favore del gioco e della sperimentazione di copiia, per conoscere nuove sensazioni e sublimare il piacere.

Red Lily sarà da ZouZou a Roma il 23 marzo
Ma cosa vuol dire dominare? «Per qualcuno è un’indole precisa ed è rappresentativo del modo di vivere. Ci sono persone dominanti nella vita di tutti i giorni e sottomesse nella sfera privata, dove preferiscono lasciare in mano al partner il potere. Oppure ci sono i dominanti che lo sono sempre e quelli che lo scoprono col tempo, sentendosi attratti da questo genere di esperienza».

In fondo, se vissuta in maniera sana, la dominazione BDSM può anche influire positivamente sul carattere di una persona. «C’è un percorso che non spersonalizza bensì mette in condizione di scoprire altre parti di sé e a viverle a 360 gradi. Ci sono tante persone che hanno desideri erotici particolari, che vorrebbero fare esperienze inedite, più trasgressive, ma fanno fatica a parlarne in modo esplicito, anche all’interno di un tradizionale rapporto di coppia. Sono soprattutto gli uomini con desiderio di sottomissione che si nascondono di più, perché temono di non essere accettati dalla partner, e finiscono col vivere questa fantasia al di fuori della coppia. Succede a causa dei soliti, infondati luoghi comuni: “l’uomo che si fa sottomettere è un debole”. In realtà, molti uomini sono affascinati dalla figura di una donna dominatrice, ma lo nascondono e finiscono spesso col portare avanti due relazioni diverse: una ufficiale-tradizionale e una ufficiosa-trasgressiva».

Quale potrebbe essere allora il consiglio da dare a tutte le donne? «Sforzatevi di superare certi blocchi psicologici e lasciatevi andare maggiormente nell'intimità. Ascoltate i desideri del vostro compagno, senza giudicarlo severamente. Conosco uomini che lamentano il fatto di avere “gusti un po’ particolari”, per esempio di essere feticisti dei piedi, ma di non poter esprimere questi desideri perché le loro compagne li rifiutano. Casi sorprendentemente diffusi in Italia, che appaiono quasi paradossali se pensiamo che la società in cui si vive oggi tende a mettere il sesso dappertutto, anche in contesti non proprio pertinenti!».

Red Lily
Ci sono nella storia figure femminili che possono essere considerate delle icone della dominazione da cui prendere ispirazione? «Cleopatra è decisamente la mistress numero uno della storia! Con i suoi bagni nel latte, le cure estetiche, ma anche la gestione dei rapporti maschili. Non è mai stata una regina sottomessa all’uomo!».

Se impostati nel modo giusto, i rapporti BDSM possono anche risultare un’esperienza molto interessante per la coppia, capace di dare verve e stimolo a una relazione. «Il vantaggio da non dimenticare è che esiste sempre una “safe word”, una parola di sicurezza che permette di interrompere un gioco particolarmente audace o un’azione che sta diventando sgradevole. Pensate che sogno sarebbe se una “safe word” da usare anche nelle relazioni in generale, e non soltanto nei giochi sadomaso!».

martedì 15 settembre 2015

Il vero e il falso del BDSM

E’ vero che richiede un approccio etico? Che tutti possono praticarlo? E che nei giochi erotici di Dominazione/Sottomissione non esistono ruoli “fissi”? E’ vero che un’esperienza BDSM può avere risvolti psicologici interessanti? Ho chiesto ad Ayzad, massimo esperto italiano sul tema, di chiarire qualche dubbio e sfatare alcuni luoghi comuni sull’argomento più hot dell’ultimo triennio. E a proposito dello “strumento” che dà più soddisfazione nella pratica BDSM, indovinate cosa mi ha risposto?


Photo: Viva Van Story
Non è mai stato così popolare. A praticarlo, in Italia, sono circa 4,4 milioni di persone, ma c’è anche un’ampia fetta di beginners e curiosi che ancora non lo conosce adeguatamente. Perché non lo ha mai realmente praticato oppure lo fa senza sapere quali siano le effettive dinamiche in gioco. In altre parole: ignora la vera impostazione di un rapporto di sesso estremo e quali “sfumature” non coincidano per nulla con la realtà.

A far luce sull’argomento è Ayzad, giornalista e scrittore specializzato nel campo delle sessualità alternative, esperto di cultura BDSM (Bondage, Disciplina, Dominazione, Sottomissione, Sadismo, Masochismo) e autore di romanzi e manuali best seller adottati anche in ambito accademico. Il nuovo I love BDSM è la sua seconda guida per il sesso estremo e si concentra sugli aspetti relazionali di cui si parla raramente,("perché essere grandi esperti di bondage e giochini strani serve a ben poco, se non si è in grado di gestire un rapporto adulto e sereno con il partner!") mentre la prima, BDSM – Guida per esploratori dell’erotismo estremo, descrive tutti gli aspetti pratici dei giochi di dominazione e sottomissione ed è stata ripubblicata da poco come ebook in edizione economica.
Con un tale background, non potevo non rivolgermi a lui per sfatare alcuni luoghi comuni sul tema e tentare di fare chiarezza su COSA DAVVERO E' e cosa invece NON E' il BDSM…

«L’eros estremo non è quello che si vede nella pornografia online, né un rapporto fra psicopatici come quello descritto da 50 sfumature di grigio. Non è una malattia, e nemmeno lo sfogo incontrollato di istinti che di per sé potrebbero perfino diventare pericolosi. La definizione che ne do in I love BDSM è invece questa: “Con ‘BDSM’ ci si riferisce a centinaia di differenti giochi erotici accomunati da un’unica caratteristica: uno dei partner si mette a disposizione dell’altro impegnandosi ad accettare e assaporare tutto ciò che accadrà; quest’ultimo si prende invece la responsabilità di gestire la situazione e decidere quali sensazioni ed emozioni proveranno entrambi”».

ebook 6,99 euro, copertina flessibile 11,90 euro
Ayzad è anche personal coach per le sessualità insolite, un ruolo che gli consente di mettere a disposizione quasi trent’anni di ricerche ed esperienze dirette per aiutare le persone a vivere meglio il proprio rapporto con l’eros cosiddetto “estremo”.
«In quella parte della mia attività, il ruolo consiste nel focalizzare meglio le problematiche e studiare insieme a chi mi si rivolge una strategia ottimale per risolverle, proponendo comportamenti, percorsi mentali, tecniche relazionali, sperimentazioni sensoriali e così via. In altre parole, evito a chi si sta orientando nel mondo delle sessualità insolite di dover procedere a tentoni o reinventare faticosamente la ruota, accompagnandolo sulla via più semplice per raggiungere i suoi obiettivi».

Se l’idea di provare qualche nuovo gioco di trasgressione vi stuzzica, meglio quindi non improvvisare: documentarsi, consultarsi e mettersi alla prova tenendo ben presenti i presupposti base diventa fondamentale. Ecco cosa c’è da sapere, per i compiere i vostri primi step nel segno della consapevolezza.

TUTTI INDISTINTAMENTE POSSONO PRATICARE BDSM
Vero e Falso «Il BDSM è fatto di moltissime pratiche differenti, che possono essere affrontate con vari livelli di intensità. Per questo ciascuna persona può trovare un modo di vivere questi giochi adatto non solo ai suoi gusti ma anche ad eventuali limiti. L’unica costante è la necessità di avere il controllo di ciò che si stia facendo, quindi il BDSM non è adatto a chi è instabile e a chi pensa di poter improvvisare senza documentarsi prima di agire».


SERVONO ABITI E STRUMENTI SPECIFICI
Vero e Falso «Gli abbigliamenti insoliti che si vedono in tante immagini e video spesso hanno solo funzione scenica; c’è poi chi si eccita particolarmente con certi materiali o accessori, ma quello è l’ambito di fetish e feticismi, che non corrisponde necessariamente con i giochi erotici di dominazione e sottomissione. Per quanto riguarda invece le attrezzature BDSM, lo strumento più importante di tutti è il cervello: usandolo bene si possono sperimentare moltissime sensazioni indimenticabili. Nella maggior parte dei casi se si vogliono usare “giocattoli” particolari ci si può divertire a trovare nuovi utilizzi per ciò che già abbiamo in casa. In I love BDSM c’è perfino una sezione che suggerisce tutti i “trucchi del mestiere”! Come in tutte le attività, se poi si arriva a praticare a livelli più “seri” ci si può rivolgere a un vastissimo mercato di articoli specifici, di alta qualità. Sul mio sito si può consultare per esempio un lungo elenco di negozi online specializzati».

NEL BDSM I RUOLI NON SONO “FISSI” MA POSSONO ESSERE INTERSCAMBIABILI

Vero «Ognuno di noi è in continua evoluzione, anche in ambito erotico. Di conseguenza può capitare che in momenti diversi (o con diverse persone) si preferisca tenere un ruolo dominante piuttosto che sottomesso, o viceversa. C’è anche chi di questa versatilità fa la propria bandiera: il termine per definire tale approccio è ‘switch’».

CHI PRATICA BDSM HA UN’ETICA BEN DEFINITA
Vero «La differenza fra esperimenti rischiosi e sano BDSM sta proprio nell’approccio etico. Gli appassionati riassumono tutto nella sigla SSC, cioè “Sano, Sicuro, Consensuale” - ma in generale si tratta di avere coscienza di cosa si stia facendo e coltivare il massimo rispetto tanto per il proprio partner che verso se stessi. La cultura dell’eros estremo è tutt’altro che brutale o violenta: dopotutto, è lì che è nato il concetto di safeword, che sta prendendo piede anche nei rapporti “tradizionali”».

IL RUOLO DEL DOLORE E’ IMPORTANTE IN RELAZIONE AL PIACERE
Vero e Falso «Per alcune persone il dolore fisico gioca un importante ruolo anche mentale nell’eccitazione sessuale. Più in generale, però, quando si è eccitati il nostro organismo tende a interpretare anche le sensazioni dolorose come piacevoli: basti pensare alle classiche unghiate sulla schiena mentre si fa l’amore. Quando si raggiungono elevati livelli di sofferenza entra poi in gioco anche la neurologia, con la produzione spontanea di endorfine, molecole che danno un senso di estasi senza pari… Però questo tipo di esplorazione richiede una notevole preparazione, e non è adatta ai principianti».

LA RELAZIONE SADOMASO PUO’ ESTENDERSI ANCHE AD AMBITI EXTRA EROTICI DELLA VITA DI COPPIA
Vero e Falso «Il BDSM è un’esperienza prettamente erotica: se manca l’eros si scade appunto nel sadomasochismo patologico. Se però ci si riferisce a continuare i giochi anche al di fuori della camera da letto la risposta è sì. Anzi: il bello di questi rapporti è proprio la possibilità di rendere eccitanti anche situazioni e momenti che altrimenti non ci darebbero alcuna emozione. Tutto sta nel saper esercitare la fantasia e nel darsi la possibilità di vivere la propria parte sensuale anche oltre i tempi che vi si dedica di solito. Dopotutto non è che quando siamo in ufficio smettiamo di amare l’arte o la musica… e con l’erotismo è esattamente la stessa cosa».

NEL BDSM LE DONNE SONO PIU’ DEGLI UOMINI

Falso «I praticanti sono quasi equamente divisi fra maschi e femmine. Determinate pratiche hanno poi più estimatori fra un sesso che l’altro, ma in genere c’è un buon equilibrio».

LE COPPIE SONO PIU’ DEI SINGLE
Falso «La distinzione non è tanto questa, quanto fra coppie che praticano BDSM insieme e quelle – in Italia purtroppo parecchie – che si vergognano dei propri gusti o non li sanno comunicare al partner, e quindi finiscono per sperimentare questi giochi con altre persone. E dire che sarebbe sufficiente parlarsi sinceramente!».

È’ FACILE RICONOSCERE EVENTUALI SOGGETTI “POCO AFFIDABILI”
Vero e Falso «Solo in Italia, ci sono circa 4,4 milioni di persone che praticano BDSM a vari livelli, dal più soft al più estremo. In una popolazione così grande è normale che ci sia anche un certo numero di individui disturbati, ma naturalmente non c’è uno standard di “brutta persona” che si riconosca a occhio.
In generale conviene diffidare di chi vive la propria sessualità – di qualsiasi tipo – in modo morboso, nascosto, o slegato dalla propria identità quotidiana. Un grande campanello d’allarme è rappresentato poi da chi sostiene di detenere verità assolute, “regole segrete del BDSM” o di essere un “vero praticante”, che non ha niente da imparare e non si abbassa a confrontarsi con altri. Dietro tanta arroganza, tutti questi atteggiamenti denotano un profondo senso di inferiorità e insicurezza: combinazione molto pericolosa quando ci si trova poi soli con questi individui».


LA SUA PRATICA PUO’ RAPPRESENTARE UNA “TERAPIA ANTISTRESS”
Vero e Falso «Le terapie sono cose serie che non si possono improvvisare e devono essere affrontate sotto la guida di professionisti qualificati. Tuttavia è vero che le pratiche BDSM spingono a conoscere meglio se stessi e le proprie capacità nascoste, oltre che a mettere nella giusta prospettiva i problemi immaginari. Quindi in un certo senso sì: fare BDSM rende più sereni, purché lo si faccia bene, s’intende».

PRATICARE IL BDSM PUO’ CAMBIARE PSICOLOGICAMENTE UNA PERSONA

Vero «Sempre riferendoci a un BDSM praticato come si deve, distinto da improvvisazioni che possono fare più male che bene, l’effetto è di maggiore consapevolezza di se stessi. Nel momento in cui si apre la porta all’eros estremo è inevitabile mettere in discussione tante convinzioni e tanti moralismi. L’esplorazione sensuale fa scoprire quanta repressione inutile ci carichiamo sulle spalle tutti i giorni, quante bugie raccontiamo a noi stessi e a chi abbiamo intorno, quanta violenza ci sia nei rapporti quotidiani proprio perché si tende a sfogarvi le tensioni che ci covano dentro. Una volta coscienti di tutto ciò è naturale vedere il mondo con molta più onestà intellettuale e molto più spirito critico, due fattori che conducono a una grande crescita personale».


Ed.2015, formato Kindle, 7,99 euro
Se adesso vi sentite un po’ più preparati e disposti a mettervi in gioco, non dimenticate in quali casi il sesso estremo può essere considerato “sano e opportuno”. «Il BDSM non è un ingrediente magico per rivoluzionare la vita e risolvere ogni problema: si tratta semplicemente di uno dei tanti modi a nostra disposizione per relazionarci meglio con i nostri partner e con noi stessi, su un piano più profondo rispetto alle banalità quotidiane», conclude Ayzad. «“Sano e opportuno” è anche fare insieme yoga, cucinare, viaggiare, fare seminari di comunicazione interpersonale e molto altro… solo che l’eros estremo ha il vantaggio aggiuntivo di far provare godimenti senza pari. La mia idea è che sia meglio conoscerlo e scegliere magari di non farlo piuttosto che desiderarlo e non poterlo sperimentare».

martedì 14 luglio 2015

Bondage: l’essenza, l’obiettivo, la sicurezza

La sensualità è anche un fatto di “giuste corde”, di legami speciali, di strette connessioni. Come quelle che si instaurano tra i corpi (e le menti) nella pratica del bondage e dello shibari, la sua versione giapponese. Ma come essere certi di eseguire le legature in modo sicuro e senza correre rischi? C’è una nuova guida on line elaborata da La Quarta Corda di Firenze



Lady Gaga fotografata da Nobuyoshi Araki
Fiducia, confidenza, intimità. Ma soprattutto: abilità, prudenza e competenza. Sono alcuni degli elementi chiave di una pratica - quella del bondage - che nell’immaginario erotico collettivo è sempre più diffusa. Non sempre, però, in modo sano e appropriato. La scarsa informazione sul fronte della sicurezza rende bondage e shibari – la sua versione giapponese – un possibile rischio se lo si esercita improvvisando e al tempo stesso un cliché di presunta pericolosità se non lo si conosce e ci si affida a molti luoghi comuni alimentati in molti casi dai media.

Al di là dell’aspetto estremo di questa pratica, che ha origini molto antiche – era il metodo usato dai guerrieri giapponesi e dai samurai per legare e bloccare i prigionieri, ripreso poi in chiave sensuale nel teatro kabuki e nelle immagini delle stampe ukiyo-e – il bondage non è necessariamente associabile all’atto sessuale in sé, ma può rappresentare un modo “alternativo” per creare un’atmosfera sensuale durante i preliminari o un gioco all'interno della coppia che stimola i sensi è l’immaginazione. Il piacere, in questo caso, per chi si lascia legare consiste nell’emozione che si prova nel donarsi a un’altra persona e per chi lega, nel ricevere in dono la libertà e la fiducia di un’altra persona e prendersene cura.

«In questo senso, potremmo considerare il bondage un "arricchimento" per la sessualità», spiega Andrea de La Quarta Corda, rigger professionista e insegnante di shibari. «È una pratica che ti fa entrare in contatto con l’altro in un modo diverso dal solito. L’immobilizzare e l’essere immobilizzati mette infatti in atto dei meccanismi profondi che ci toccano in maniera particolare; ad esempio per chi viene legato cedere parte della propria libertà ed essere immobilizzato e controllato da un’altra persona significa darsi il permesso di abbandonarsi all’altro, di mostrarsi vulnerabile e di riscoprire insieme una sensualità a volte dimenticata, fatta di vicinanza, lentezza, intimità».

Qual è “il bello del bondage”?
«ll bondage fa riferimento ad un’idea di sessualità dalle mille sfaccettature, più ampia di quella a cui siamo abituati a pensare, in un misto di erotismo, affettività, abbandono, controllo, piacere visivo, sensazioni tattili, immobilizzazione, libertà. Il bello del bondage è che ognuno può trovare la dimensione che gli è più congeniale: legare, essere legati, preferire un approccio deciso o dolce, energico o carezzevole. Può piacere oppure no, ma il bondage non è qualcosa di negativo o violento, come spesso lo presentano i media; non significa ridurre il sesso a questa unica attività ma aumentare le possibilità di gioco all’interno della coppia».

Foto di Nobuyoshi Araki
Che differenza c'è tra bondage occidentale e shibari, la versione giapponese?
«Sono due modi di legare diversi. Oltre a tecniche differenti lo shibari ha criteri estetici più complessi del bondage occidentale. Non solo: il bondage giapponese dà estrema importanza a elementi – emotivi e emozionali – poco appariscenti, ma che fanno la differenza tra una legatura intensa e una banale, come la connessione energetica tra chi lega e chi viene legato, l’aspetto della sofferenza e dell’imbarazzo, l’empatia. Nello shibari l’importante non è la legatura finale, ma il cammino che si è compiuto insieme per realizzarla».

Quanto interesse si riscontra attualmente per queste pratiche?
«Molto. Ai miei corsi arrivano coppie di ogni età, sesso e orientamento sessuale. La coppia più giovane che ho incontrato aveva una ventina d’anni mentre dal versante opposto ho avuto anche una coppia di sessantacinquenni. Ho incontrato quasi sempre persone piacevoli e l’atmosfera che si crea a lezione è sempre molto informale e accogliente. Purtroppo, in Italia non c’è molta cultura a questo proposito e se da una parte l’argomento bondage è sulla bocca di tutte ed è ormai stato sdoganato, dall’altro manca ancora una conoscenza più approfondita che permetta di capire se una legatura è fatta bene oppure no o di poter apprezzare i particolari stilistici di una foto o di una performance, senza prendere per buono tutto quello che si vede».

La Quarta Corda ha pubblicato una versione aggiornata delle “Linee guida sulla sicurezza nel bondage”. È importante conoscerne bene i rischi sin dall’inizio oppure il gioco diventa pericoloso solo quando si affrontano pratiche più complesse?
«Ho preparato questo libretto proprio per fornire alcune importanti informazioni soprattutto a chi muove i primi passi nel bondage; è forse l’unica risorsa in italiano così completa e per chi fosse interessato è disponibile gratuitamente a questo link: http://www.laquartacorda.it/sicurezza.pdf
È fondamentale infatti conoscere e mettere in atto le regole di sicurezza sin dai primi passi con le corde, quando si fanno cose più semplici ma si è anche meno esperti. Tutte le attività umane hanno dei rischi, soprattutto se affrontate in maniera irresponsabile o improvvisata; con le corde sono successi degli imprevisti anche con legature di livello base perché ad esempio chi legava non sapeva che una corda messa in un certo modo poteva comprimere significativamente un nervo.
Non si tratta di fare dell’allarmismo: in fondo informarsi sulla sicurezza ed essere responsabili non richiede sforzo e mette al sicuro da incidenti, rendendo anche il gioco più piacevole!».

Qualche esempio di approccio iniziale sbagliato?
«A volte vedo persone che senza la necessaria esperienza si mettono a fare sospensioni anche complesse, allievi che dopo qualche ora di lezione pensano di poter fare performance o addirittura di tenere corsi, autodidatti che studiano solo su tutorial online; tutto questo oltre ad aumentare il rischio di incidenti fa sì che il livello qualitativo rimanga basso».

Foto di Nobuyoshi Araki
Quanto impegno richiede imparare questa pratica? Un solo workshop può essere sufficiente?
«In un workshop base si imparano le legature fondamentali e con esse ci si può già divertire a lungo; se poi si vuole proseguire il proprio cammino di scoperta del bondage giapponese si possono frequentare corsi intermedi o avanzati. Come in tutte le cose non si finisce mai di imparare. Quello che però più conta è la pratica regolare, le prove, il gioco, la ricerca di informazioni online o su libri, la partecipazione ad eventi; se si va ad un corso e poi non si toccano più le corde è completamente inutile averlo fatto!».

Prossimi appuntamenti in programma?
«I workshop organizzati dall’associazione riprenderanno dopo l’estate con Firenze, Torino, Genova, Padova e Rimini. Ma c’è anche una speciale collaborazione con La Valigia Rossa, progetto tutto al femminile che organizza eventi e riunioni private in cui parlare di benessere sessuale per la donna e per la coppia. Tra i prodotti che vengono presentati c’è anche la possibilità di prenotare una lezione privata di shibari con La quarta corda. Il progetto prevede inoltre di organizzare incontri e corsi in diverse città d’Italia per diffondere il bondage giapponese. Quando dicevo che può essere inteso come un “arricchimento della coppia” intendevo anche questo: può essere utile e importante mostrare la bellezza del “fare corde” e trasmettere l’idea che lo shibari non sia uno spettacolo da circo, ma una passione da affrontare con impegno e che può dare molto a chi la pratica».

sabato 17 gennaio 2015

50 Sfumature di Grigio al cinema (ma il vero BDSM è a Roma)

Dal libro al grande schermo. Arriva, attesissimo, nelle sale italiane il film tratto dal bestseller di E.L. James. In contemporanea, la capitale ospiterà la Rome BDSM Conference, evento internazionale di culto per gli appassionati della cultura sadomaso



Ricrea il make up di Anastasia Steel. Indossa la medesima lingerie. Guida una macchina come la sua. Gioca in camera da letto con gli stessi accessori erotici. Ma, soprattutto: sogna insieme a milioni di altre donne di poter vivere una storia identica alla sua.

Il 14 Febbraio arriva nelle sale italiane 50 Sfumature di Grigio, il film diretto da Sam Taylor-Johnson e interpretato da Jamie Dornan e Dakota Johnson, tratto dal romanzo best seller di E. L. James Fifty shades of Grey.
Giusto in tempo per un San Valentino ad alto tasso adrenalinico fra le lenzuola o, semplicemente, per un San Faustino trascorso a sognare storie d'amore condite di amplessi al cardiopalma con intrigantissimi Mr.Grey.

Si preannuncia così un secondo, intenso battage per il caso editoriale che ha sedotto milioni di donne nel mondo, tenendole incollate alle pagine di un'abile trilogia pornoromantica capace di dare una vigorosa scossa al mercato dell’editoria (non soltanto dell’eros) e promuovere, anche a livelli popolari, la pratica del sesso estremo.

Ma essendo 50 Sfumature di Business… pardon, di Grigio un prodotto di pura fantasia, viene spontaneo chiedersi: quanta differenza passa tra la fiction e la realtà? È proprio così che funziona una relazione dominatore/sottomessa? È verosimile la stipula di un “contratto” preventivo? Ma soprattutto: che ruolo può giocare l’amore in una relazione sadomaso?

Se desiderate capire su quali codici si fonda davvero la cultura bdsm, o più concretamente volete imparare nuove, ludiche vie del piacere da sperimentare in coppia, Roma è la meta giusta. Dal 20 al 22 febbraio, la capitale ospiterà la seconda edizione della Rome BDSM Conference, un appuntamento dedicato agli habitué e appassionati del genere, ma aperto anche a chi è interessato a conoscere meglio le varie (e vere) sfumature del sesso estremo, grazie a una settantina di workshop tenuti da educatori sessuali, esperti internazionali, sessuologi.
I temi? Tanti, tantissimi e vanno dal Sexy (& sometimes silly) bedroom bondage without rope (sexy bondage da letto senza l'uso di corde) allo spanking for beginners (l'arte della sculacciata per principianti) dalla Storia delle fruste singletail nel mondo e loro uso nel BDSM di oggi alla thickling experience (l'arte del solletico), dall’Erotic Pressure Points allo Shibari.

Obiettivo: ascoltare, imparare e possibilmente mettersi alla prova in un’apposita area play party allestita negli spazi dell’Hotel Mercure Roma West, dove avrà luogo la Conferenza.

D’accordo, non ci sarà la stessa, attrezzatissima stanza dei giochi delle 50 Sfumature (o forse sì?), ma state certi che se Christian Grey esistesse veramente, verrebbe a fare un po’ di sano "training" qui!

(Nella foto: un frame del trailer italiano ufficiale di 50 Sfumature di Grigio)

venerdì 14 febbraio 2014

Princess Spider: «Dopo i giochi sadomaso mi rilasso con Fellini»

Stivali con tacchi a spillo e tute in pelle, location segrete di lusso e feste private. Dopo il successo della serie televisiva Dominatrix reloaded, la "dominatrice" per eccellenza della scena fetish inglese racconta in un libro le sue esperienze. E a noi rivela che... 


Guru del feticismo
La sua specialità è la frusta. Con la quale umilia e punisce gli schiavi che hanno l’onore (e il piacere) di condividere con lei giochi erotici altamente trasgressivi. Princess Spider (la cui vera identità non sveliamo) è una delle Dominatrici più celebri della scena sadomaso inglese. L'apice del successo l'ha raggiunto con la serie ideata per Sky Tv dal titolo Dominatrix Reloaded, in cui dava consigli alle coppie che vogliono sperimentare il lato sensuale del BDSM, Bondage & Domination, Sadism & Masochism. Adesso, in Italia, esce il suo libro di memorie Esperienze di una Dominatrice (edizioni Tea). Le abbiamo chiesto di rivelarci qualche retroscena…

Giochi di potere
«Passione, potere e seduzione sono dentro ciascuno di noi. Il punto è saper aprire questa porta segreta… Io ho trovato la chiave d’accesso nel corso delle mie sperimentazioni erotiche e grazie alla voglia di esplorare le fantasie sessuali altrui. Adesso è come se avessi il potere invisibile di leggere nell’anima e nella mente delle persone».

Il piacere di Dominare
«La serenità che il ruolo di Dominatrice ha portato nella mia vita è inimmaginabile. Ho incontrato personaggi fantastici e umorismo e soddisfazione sono sempre stati all’ordine del giorno. Posso dire che la mia vita è cambiata in meglio: oggi vivo tutto con molta più passione. Mi sento più forte fisicamente e sono diventata anche più saggia, grazie ai viaggi per il mondo e alle amicizie personali nate in queste occasioni. Nella mia vita di Dominatrice, padrona e amante ho scoperto la mia vera natura sessuale e sensuale».

Identikit dello schiavo
«In realtà non esiste uno schiavo “tipo”, ma un’ampia varietà di individui che si avventurano nel BDSM o nei giochi fetish. Uomini, donne, trans… ho avuto a che fare con persone di tutti i generi, dalla donna single al grande manager. Il bello è proprio questo: ogni schiavo è diverso, ha un proprio menu di desideri. E che si tratti di novizi alla prima esperienza o veterani, io li adoro comunque».

Fetish per lui e per lei
«Con una schiava, il gioco si fa più sexy: si fatica di più per sviluppare la loro vulnerabilità. Gli uomini, invece, sono più fedeli e camminerebbero sul vetro con più facilità se lo chiedessi loro. In questi incontri non c’è contatto sessuale e tutto si gioca tra la mia “severità” e la loro capacità di ubbidire e guadagnarsi il sollievo. In genere, domino gli uomini in location simili a prigioni, le donne invece nei club, perché preferiscono “avere un pubblico” e protrarre il più possibile la loro sottomissione».

Dietro il successo, l’empatia
«La mia più grande abilità? Ascoltare e capire i clienti. Sforzarmi di accontentarne bisogni e fantasie. Attraverso i programmi radio e tv, poi, ho sempre cercato di raccontare il mio mondo alla gente comune, a coloro che non si sono mai avvicinati al BDSM, pur essendo curiosi di imparare o anche solo scoprire che cosa fa scattare i nostri interruttori del piacere. Credo che sia questo (unito all’esperienza) il segreto della mia celebrità».

Performance audaci
«Una volta un cliente mi ha chiesto di essere riempito di aghi su tutto il viso. Era una sua fantasia ricorrente e ha voluto metterla in pratica. Ma non ha resistito a lungo e io stessa mi dicevo che non avrei ripetuto quell’esperienza per niente al mondo. Morale: certe fantasie è meglio che restino solo nell’immaginario».

Sedotta da uno schiavo
«È successo così con il mio partner attuale. Twin (di cui parlo anche nel libro) adora i miei giochi di seduzione e, in generale, è molto orgoglioso delle mie idee, di ciò che scrivo, dei miei programmi alla radio e in tv. Dice che dovrei riposarmi di più e lavorare meno. Probabilmente ha ragione: dormo poco e mangio troppa cioccolata, ma quando mi concedo un momento di relax mi piace guardare film classici come Amarcord di Federico Fellini. E lasciarmi ispirare…».

(Pubblicato su Style.it, 2007)